mercoledì 3 luglio 2013

The benefits of Smiling


   Sometimes we wake up in a very bad mood because of all the problems that we have and that we cannot solve and we see the world as a black hole shattering our dreams. And sure as hell the last thing that we want to do when we are so depressed is smiling but sometimes a broad smile is the best therapy to combat sadness and depression. The best way to solve our problems and  maybe if everyone will begin to smile  even the evil of our world will disappear.
   As a rule people think that we smile because we are happy but this is not always true. In fact when we smile our bodies release endorphins that improve our mood and make us happy. So in certain cases  we are happy because we smile. I know that in certain circumstances smiling is really hard to do and surely I really cannot do it, but on the other hand I know that there is something in everyone’s life for which  it is worth smiling for. It can be a person, a movie, a pet or a joke heard years before but when we are sad we must think about that single happy thing that we have in our life to improve our mood.  For example when someone break up with us the first thing that we want to do is crying and eat chocolate and ice-cream even if these things will damage our skin. Instead if we smile not only our mood will improve but also our look.
  Furthermore a smile is infectious. So when we smile at the world, the world will smile at us and our problems will disappear and we will not have any reason to be sad. And if we have not any reason to be sad we will smile more and so on. Quoting a song written by Bob Marley “ when you worry your face will frown and that will bring everybody down” so we have to smile not only for ourselves but also for people around us because if we live in a smiling world the possibility to be sad decreases and everything would be better.

   In conclusion smiling is a way to improve our mood, our look and our world and even if you are sad if you smile everything will be better. 

Sesso a pagamento... è giusto? -Sex for sale... is it right?

Si dice sempre che la prostituzione è la professione più antica del mondo, ma perché? La mia risposta è una sola: l'essere umano è completamente dipendente dal sesso, tanto che alcuni sono disposti a pagare per averlo. Alcuni vogliono solo avere la prima esperienza con qualcuno che possa insegnargli senza imbarazzi ma per altri è una vera e propria malattia mentale. Il problema della prostituzione però va oltre la semplice dipendenza dal sesso. Infatti anche se non si è alla ricerca di prostitute o di ragazze squillo è facile incontrarle. Si trovano in tutte le strade o vicoli, durante la notte o durante il giorno, vestite o svestite; insomma le si possono trovare ovunque, a qualsiasi ora e in qualsiasi modo. Secondo me  l'unico modo per risolvere almeno in parte il problema della prostituzione è legalizzarla aprendo i bordelli.  In questo modo le prostitute sarebbero protette da chi le vuole sfruttare e da tutte le malattie sessuali. Inoltre se legalizzassimo la prostituzione tutte le prostitute potrebbero pagare le tasse e ciò aiuterebbe a superare la crisi economica che stiamo affrontando. Penso poi che legalizzandola la diffusione del fenomeno diminuirebbe perché le persone spesso fanno cose illegali solo perché sono illegali. 

Il problema più importante riguardo la prostituzione è la moralità. È giusto pagare in cambio di sesso? È giusto tradire la propria moglie o il proprio marito solo per una differente esperienza sessuale?È giusto fare sesso senza rispetto e senza amore?È giusto fare sesso per guadagnare soldi? Secondo me no ma so che la prostituzione è sempre esistita e sempre esisterà e quindi dovremmo legalizzarla per proteggere al meglio le persone coinvolte. 

It has always been said that prostitution is the oldest profession on Earth, but why? My answer to this question is only one: the human being is totally addicted to sex, so much so that someone is  willing to pay for it. Some of them just want to experience  for the first time with someone who can teach them something without shame but for the otherones is a real mental disorder.  But the prostitution problem is something that goes beyond the mere addiction to sex. In fact even if you are not on the lookout for prostitutes or call-girls you constantly meet them. They are in the corner of every street or in the alleyway ,during the night or even during the day with clothes or without clothes. In a few words they are everywhere, every time and in every way. I think that the only way to partially solve the prostitution problem is to legalize it by the opening of brothels. In this way all the prostitutes will be protected from who want to exploit them and from all the sexual diseases. Besides if we legalize it all the prostitutes could pay taxes and this would help the financial crisis in which we are going through.  In addition to this I think that legalizing prostitution will decrease the diffusion of this phenomenon because most people do illegal things only because they are illegal.  


But the most important problem concerning prostitution is morality. Is it right to pay for sex? Is it right to betray a wife or a husband just to have another kind of sexual experience? Is it right to have sex with no respect or love? Is it right to have sex with the purpose to earn money? I don’t think so but I know that prostitution exists and  will always exist so we should legalize it to make it more protected as possible.

martedì 2 luglio 2013

Da dove nascono le nostre fobie?

 Perché a noi sembrano così reali anche sono infondate?

Le fobie sono delle paure irrazionali  ed è importante sottolinearlo perché è proprio nell'inconscio che si possono ritrovare le motivazioni di tali fobie. In realtà per quanto riguarda le fobie non esistono motivazioni vere e proprie, ma sono irrazionali e prescindono dalla effettiva pericolosità della situazione che si sta vivendo.
Nelle fobie agiscono diversi meccanismi difensivi che operano nell'inconscio e che evitano al soggetto di evitare il confronto con la situazione e con la propria fobia:

  • meccanismo della rimozione: con questo meccanismo il fobico rimuove dalla propria parte razionale i veri motivi della sua angoscia.
  • meccanismo dello spostamento: con questo meccanismo si sposta la minaccia derivante da un impulso interno a una situazione esterna sentita come fonte della paura
  • meccanismo della negazione: il soggetto nega a se stesso e agli altri i motivi reali della sua fobia
  • meccanismo della proiezione: con tale meccanismo si attribuisco agli altri i sentimenti e desideri rifiutati dal soggetto. (es. io odio le api, le api mi odiano)
  • meccanismo dell'identificazione: il fobico assimila un aspetto, una proprietà dell'oggetto della propria fobia per sentirsi più forte
  • meccanismo della regressione: con questo meccanismo si tende ad assumere inconsciamente atteggiamenti di un periodo passato raggiungendo due obbiettivi: 1- la protezione concessa in quell'età, 2- protezione dagli impulsi inaccettabili e pericolosi.
Esistono tre tipologie di fobie:
  • Fobia dello spazio: comprende tutte quelle paure inerenti lo spazio che ci circonda come la paura del buio, la paura dell'altezza, degli spazi aperti e degli spazi chiusi.
  • Fobie come residui della prima infanzia: rientrano in questa categoria la paura di animali grossi  con cui si ha avuto un incontro diretto o attraverso le favole immaginati come feroci e aggressivi
  • Fobie come residui della seconda infanzia: paura degli animali piccoli come insetti o topi e questo tipo di paura genera repulsione per questi animali. 
Riassumendo le nostre fobie non sono altro che lo specchio del nostro inconscio e in alcuni casi rappresentano i nostri desideri: in fondo avere le vertigini "non è paura di cadere ma voglia di volare".


New York Times: gli italiani parlano con le mani

Chi è nato in Italia neanche ci fa più caso: gesticoliamo e assumiamo determinate posizioni con braccia e mani, qualche volta anche precise posizioni con le dita, solo per fare una semplice domanda
C'è chi gesticola e cammina anche mentre parla al telefono, quando nessuno lo guarda, ormai nessuno si può sottrarre.

Il New York Times con un articolo di Rachel Donadio dedica spazio alla gestualità degli italiani ufficializzando il fatto che con i nostri gesti abbiamo creato un linguaggio universale, riconosciuto ed interpretabile. Addirittura esportato come uno dei migliori prodotti Made in Italy!
Anche se alcuni gesti sono diventati dei cliché immancabili per personaggi di origine italiana nei film (dita unite che toccano il pollice con un leggero movimento del polso ripetuto verso l'alto o verso il petto) abbiamo una gestualità molto vasta che si manifesta in ogni momento di interazione quotidiana, anche se visti con occhi critici potremmo sembrare dei pazzi.

La giornalista per spiegare in modo più efficace quali sono i gesti più comuni ha preparato delle gif animate allegate all'articolo, in passato anche fumettisti e disegnatori hanno cercato di fare un riassunto dei nostri gesti più comuni e significativi riproducendo alla perfezione alcuni di questi. 

Isabella Poggi, docente di psicologia a Roma Tre, ha definito almeno 250 gesti quotidiani per esprimere o sottolineare intenzioni, auspici, minacce, intenzioni, orgoglio e vergogna. 
Altri ipotizzano che questo tipico linguaggio muto (da non confondere con la Lingua dei Segni Italiana) sia il prodotto delle molte occupazioni straniere in Italia: gli italiani di allora hanno sviluppato un modo di comunicare per non farsi capire dai nuovi padroni.

Adam Kendon, direttore della rivista Gesture, avanza l'ipotesi che tutto ebbe inizio da Napoli, città sovrappopolata, dove la gestualità era un modo per affermare il proprio dominio sul territorio, guadagnare spazio e attenzione non solo con le parole, ma con tutto il corpo. Nell'area intorno a Napoli,  Andrea De Jorio, prete e archeologo, portò alla luce dei vasi con pitture greche dove la similitudine di alcuni gesti raffigurati e quelli usati dai suoi contemporanei nel XIX secolo era lampante.

La Poggi ha inoltre dichiarato che "i gesti (nel tempo) cambiano meno delle parole", affiancandosi alla teoria di Giambattista Vico (filosofo del XVIII secolo) per cui la gestualità potrebbe essere la più antica forma di linguaggio.